«Open to Meraviglia»: una Venere che non funziona!

Credits: Ministero del Turismo

FONTE: https://www.vanityfair.it/venere-botticelli-influencer-cosa-non-funziona-pubblicitario-open-to-meraviglia

Se la Venere che si apre alla meraviglia dell’Italia è diventata la regina dei meme, vuol dire che in qualche modo il suo lavoro da «virtual influencer» lo sta facendo. Protagonista del dibattito di questi giornil’ignara dea dipinta dal Botticelli è stata ritagliata dal suo contesto originario e incollata sul corpo di una novella Chiara Ferragni per raccontare al mondo la bellezza dell’Italia.

C’è chi la trova un’idea geniale per svecchiare l’immagine turistica del nostro Paese, e chi di contro la vede come una banalità, se non addirittura come un insulto alla grandezza di un capolavoro artistico italiano. Ma, al di là delle opinioni, è certo che qualcosa in questa campagna non funzioni: prima il dominio non registrato e «preso in ostaggio» da un’agenzia di marketing. Poi le immagini (di stock) che ritraggono una cantina slovena con il suo vino – decisamente non un Barolo né un Chianti – a cui oggi si aggiungono, come fatto notare da Selvaggia Lucarelli, le ridicole traduzioni letterali in cui Camerino diventa Garderobe e Prato Rasen. E, a proposito di traduzione, c’è anche il fatto che il sito ufficiale Italia.it sia tradotto in sole quattro lingue (per dire, il corrispondente France.fr di lingue ne contempla diciotto): un po’ limitante, per un Paese che apre la sua meraviglia al mondo intero.

Insomma, la sensazione è che di certo si potesse fare di meglio, visto il ruolo strategico che il turismo ha per questo Paese (anche nelle intenzioni del Governo). Se non possiamo chiedere al Botticelli cosa pensi della modernizzazione della sua Venere, possiamo chiedere a un professionista del settore come vede la campagna pubblicitaria più discussa del momento.

Enrico Sola è un pubblicitario torinese con alle spalle trent’anni di esperienza e collaborazioni con alcune delle principali agenzie italiane. E lui, sulla campagna «Open to Meraviglia», ha le idee chiare.

Le piace la nuova campagna del Ministero del Turismo?
«No, decisamente no».

Per quale ragione?
«In primis per il target a cui si rivolge la campagna. Ma in senso più generale riconosco che ci sono alcuni problemi a livello comunicativo».

Cominciamo dal target: a chi vuole parlare questa campagna?
«Ai turisti stranieri, che vanno convinti a venire qui e non altrove. Ma bisogna capire che è un target che spesso conosce poco l’Italia, che probabilmente ha perfino difficoltà a identificarlo sulla cartina: per gli Americani spesso l’Europa è un unico grande Paese. Per cui scegliere come testimonial/influencer la Venere di Botticelli suona come un errore: per quanto sia un quadro famosissimo, in quanti all’estero lo conoscono e sono in grado di identificarlo se tirato fuori dal suo contesto? È una cosa che parla a pochissimi, ed è facile che quei pochissimi, appassionati di arte, siano indignati per l’abuso della figura».

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